Questo post sarà impopolare, almeno quanto la sua autrice.
In un mondo in cui la maggior parte delle persone attende l'estate come il periodo migliore dell'anno, c'è qualcuno (io io io, saltello mentre lo dico, agitanto la manina senza vergogna alcuna) che già ai primi caldi attende con impazienza l'arrivo dell'autunno.
Odiatemi pure quindi ma per me l'estate del 2011 sta sfiorando la perfezione: non siamo ancora ad agosto e sembra di essere già a settembre inoltrato.
Così, in questo clima fresco e che mi rende di buon umore, di ritorno dal lavoro ho pensato ad una ricettina svuota frigo che mettesse insieme qualcosa di stagione e qualcosa di autunnale ...
INSALATA TIEPIDA DI SEDANI CON PORCINI E POMODORI FRESCHI PROFUMATI AL ROSMARINO
Pasta formato sedani
Pomodorini cigliegia
Porcini (io li ho usati surgelati)
rosmarino
aglio
parmigiano
sale, pepe, olio evo
Scaldate l'acqua per la pasta, salatela e cuocete i sedani per il tempo indicato sulla confezione.
Nel frattempo fate rosolare in una padella uno spicchio d'aglio leggermente schiacciato, aggiungete i funghi e il rosmarino tritato e fate cuocere dolcemente. Aggiungete i pomodorini tagliati a spicchi e fateli saltare per pochi minuti a fuoco vivace, aggiustate di sale e pepe.
Aggiungete la pasta e fatela insaporire , mantecando con qualche cucchiaio dell'acqua di cottura.
Lasciate intiepidire e servite con qualche scaglia di parmigiano.
Un caro saluto dalla veneratrice dell'autunno che vi scrive dal divano, abbozzolata nel plaid.
Dimenticavo un dettaglio.
Autunno a casa nostra significa anche che appena fai il gesto di metterti sul divano e coprirti con un pannetto diventi oggetto di una feroce e spietata colonizzazione felina.
Il che diventa pericoloso se stai facendo qualcosa al pc.
Tipo scrivere un post.
Perchè un secondo prima di essere salvato può succedere che un grazioso gattino tipo questo ...
si lanci in una folle corsa sulla tastiera e cancelli tutto.
Due volte.
Lo so, dopo la prima volta avrei potuto spostarmi e mettermi sul tavolo della cucina, ma il presidio del pannetto qui è una questione di potere e se cedi una volta rischi di finire a guardare la tv sul pavimento per tutto il resto della vita.
venerdì 29 luglio 2011
giovedì 21 luglio 2011
TORTA DI MANDORLE E CIOCCOLATO PER MASSAIE SMEMORATE.
Quando si organizzano le grigliate la preparazione del cibo spetta agli uomini (vedi post precedente.)
Sarà il richiamo agli antichi istinti dell'uomo preistorico che cucinava la carne appena cacciata, sarà che per una volta tanto lasciare le donne a tavola a chiacchierare mentre gli altri preparano ha un che di esotico, sarà che l'ultima volta che mi hanno lasciata a controllare la griglia insieme ad uno dei magaluffi ci siamo distratti talmente tanto nell'arte dello spettegolo che sono bruciati tutti gli spiedini.
Così, per non trovarmi totalmente disoccupata mi dedico alla preparazione dei dolci.
Peccato che stavolta, quando mi sono messa a prepararli, mi sono accorta di aver finito un ingrediente del tutto marginale.
La noce di Macadamia.
Scherzo. La farina. Ho dimenticato di comprare la farina. Più precisamente: non mi ero neanche accorta di averla finita.
Ovviamente tutto ciò accade al sabato sera, alle 20, quando i negozi hanno appena chiuso.
Niente panico, c'è sempre una soluzione e in questo caso si chiama...
TORTA ALLE MANDORLE E CIOCCOLATO SENZA FARINA.
Torta per 8/10 persone
130 g di mandorle non spellate
150 g di cioccolato fondente
130 g di burro
3 uova
15 g di cacao in polvere
30 g di fecola di patate
1/2 cucchiaino di lievito
100 g di zucchero
sale 1 pizzico
Lasciate ammorbidire il burro a temperatura ambiente.
Frullate le mandorle con 50 g di zucchero fino a ridurle in polvere; sciogliete a bagnomaria il cioccolato e lasciatelo intiepidire.
Separate i tuorli dagli albumi e montate questi ultimi a neve ben ferma con un pizzico di sale.
Montate il burro con lo zucchero rimasto fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungete le mandorle, la fecola, il lievito e mescolate. Aggiungete un tuorlo per volta continuando a mescolare.Aggiungete il cioccolato fuso ed infine gli albumi a neve facendo attenzione a non smontarli.
Foderate uno stampo a cerniera con un foglio di carta forno bagnato e strizzato, versate il composto nello stampo e livellatelo con un dorso del cucchiaio.
Cuocete la torta nel forno pre riscaldato a 170 °C per 40-45 minuti.
Lasciatela raffreddare e trasferitela in un piatto da portata, poi spolverizzatela con il cacao in polvere.
E aggiornate la lista della spesa. Vi serve della farina.
p.s. l'autore della foto al momento dello scatto, a mio avviso, aveva già fatto un paio di giri di cocktail della casa.
Sarà il richiamo agli antichi istinti dell'uomo preistorico che cucinava la carne appena cacciata, sarà che per una volta tanto lasciare le donne a tavola a chiacchierare mentre gli altri preparano ha un che di esotico, sarà che l'ultima volta che mi hanno lasciata a controllare la griglia insieme ad uno dei magaluffi ci siamo distratti talmente tanto nell'arte dello spettegolo che sono bruciati tutti gli spiedini.
Così, per non trovarmi totalmente disoccupata mi dedico alla preparazione dei dolci.
Peccato che stavolta, quando mi sono messa a prepararli, mi sono accorta di aver finito un ingrediente del tutto marginale.
La noce di Macadamia.
Scherzo. La farina. Ho dimenticato di comprare la farina. Più precisamente: non mi ero neanche accorta di averla finita.
Ovviamente tutto ciò accade al sabato sera, alle 20, quando i negozi hanno appena chiuso.
Niente panico, c'è sempre una soluzione e in questo caso si chiama...
TORTA ALLE MANDORLE E CIOCCOLATO SENZA FARINA.
Torta per 8/10 persone
130 g di mandorle non spellate
150 g di cioccolato fondente
130 g di burro
3 uova
15 g di cacao in polvere
30 g di fecola di patate
1/2 cucchiaino di lievito
100 g di zucchero
sale 1 pizzico
Lasciate ammorbidire il burro a temperatura ambiente.
Frullate le mandorle con 50 g di zucchero fino a ridurle in polvere; sciogliete a bagnomaria il cioccolato e lasciatelo intiepidire.
Separate i tuorli dagli albumi e montate questi ultimi a neve ben ferma con un pizzico di sale.
Montate il burro con lo zucchero rimasto fino ad ottenere un composto spumoso, aggiungete le mandorle, la fecola, il lievito e mescolate. Aggiungete un tuorlo per volta continuando a mescolare.Aggiungete il cioccolato fuso ed infine gli albumi a neve facendo attenzione a non smontarli.
Foderate uno stampo a cerniera con un foglio di carta forno bagnato e strizzato, versate il composto nello stampo e livellatelo con un dorso del cucchiaio.
Cuocete la torta nel forno pre riscaldato a 170 °C per 40-45 minuti.
Lasciatela raffreddare e trasferitela in un piatto da portata, poi spolverizzatela con il cacao in polvere.
E aggiornate la lista della spesa. Vi serve della farina.
p.s. l'autore della foto al momento dello scatto, a mio avviso, aveva già fatto un paio di giri di cocktail della casa.
TRADIZIONI DI FAMIGLIA. E DI GRIGLIA.
Credo che nella vita di ognuno ci siano almeno due famiglie: una che ci viene assegnata d'ufficio e una che ci si crea da soli.
Per la prima non si può fare altro che incrociare le dita e sperare di venire al mondo tra persone a modo, oppure di crescere sufficientemente forti e coraggiosi per farsele andare bene o ancora meglio amarle per quello che sono.
Per la seconda sono tutti cavoli nostri, sta a noi formarla negli anni con pazienza e buon senso.
Io devo dire la verità, nel primo caso sono stata un 75% fortunata e un 25 % coraggiosa mentre nel secondo caso ... mi è andata proprio di lusso.
Parte della famiglia fai da te è formata dalla compagnia storica di FM, un manipolo di personaggi pittoreschi che riunito sotto al portico di casa riesce a svuotare frigo e mobile dei liquori con la sola imposizione delle mani :-)
Come un qualsiasi nucleo familiare che si rispetti abbiamo le nostre tradizioni, una delle quali è la grigliata estiva.
Vorrei davvero trovare il modo per esprimere la piacevolezza di quelle domeniche assolate in cui io e FM ci alziamo, prepariamo tavoli e panche, cibo e bevande e aspettiamo che gli amici arrivino alla spicciolata. Quando si avvicina l'ora di pranzo il cortile inizia a riempirsi di voci e chiacchiere, risate e pettegolezzi, si accende la griglia e ....oh bè, questo è il momento di una tradizione nella tradizione.
Spero di aver reso giustizia all'atmosfera goliardica di queste giornate, anche se forse per capirla a pieno dovreste capitare in una certa casa di campagna, una domenica a metà pomeriggio, sedervi ad un tavolo imbandito e stare a sentire l'ennesima rievocazione dell'aneddoto che anche se raccontato mille volte ci fa sempre ridere a crepapelle.
Questo post è dedicato ai Magaluffi, che sono riusciti a farmi stare serena per un giorno intero mentre cerco di sopravvivere al periodo lavorativo inumano, ai miei demoni personali e alla tensione mista smania mista terrore che precede un matrimonio.
Per la prima non si può fare altro che incrociare le dita e sperare di venire al mondo tra persone a modo, oppure di crescere sufficientemente forti e coraggiosi per farsele andare bene o ancora meglio amarle per quello che sono.
Per la seconda sono tutti cavoli nostri, sta a noi formarla negli anni con pazienza e buon senso.
Io devo dire la verità, nel primo caso sono stata un 75% fortunata e un 25 % coraggiosa mentre nel secondo caso ... mi è andata proprio di lusso.
La mia famiglia acquisita non è" soltanto" FM, è formata dagli amici che in questi anni hanno iniziato a far parte del mio quotidiano e guardandomi indietro non posso che dirmi felice delle persone che ho incontrato.
Ovvio, ci sono state persone che mi hanno lasciato un po' di amaro in bocca ma come si dice : succede anche nelle migliori famiglie :-)
Parte della famiglia fai da te è formata dalla compagnia storica di FM, un manipolo di personaggi pittoreschi che riunito sotto al portico di casa riesce a svuotare frigo e mobile dei liquori con la sola imposizione delle mani :-)
Come un qualsiasi nucleo familiare che si rispetti abbiamo le nostre tradizioni, una delle quali è la grigliata estiva.
Vorrei davvero trovare il modo per esprimere la piacevolezza di quelle domeniche assolate in cui io e FM ci alziamo, prepariamo tavoli e panche, cibo e bevande e aspettiamo che gli amici arrivino alla spicciolata. Quando si avvicina l'ora di pranzo il cortile inizia a riempirsi di voci e chiacchiere, risate e pettegolezzi, si accende la griglia e ....oh bè, questo è il momento di una tradizione nella tradizione.
Rullo di tamburi per la famigerata bruschetta del Pierpa, disponibile su ordinazione nelle versioni basic, aglio, agliatissima, agliatissima piccante (quest'ultima servita con annesso bugiardino con le controindicazioni, tipo dissidi coniugali per decidere chi dormirà sul divano ad ammorbare i cuscini con un alito degno delle peggiori toilette di bar di Caracas.)
Si passa poi alla classica carrellata di carne alla griglia per finire ai dolci e ai cocktail della casa (e qui torna di nuovo in campo il Pierpa, che inizia in modo serio munito di grembiule e attrezzatura da barman professionale e finisce a filtrare il pomodoro con un tovagliolo di carta per preparare un improbabile Bloody Mary).Spero di aver reso giustizia all'atmosfera goliardica di queste giornate, anche se forse per capirla a pieno dovreste capitare in una certa casa di campagna, una domenica a metà pomeriggio, sedervi ad un tavolo imbandito e stare a sentire l'ennesima rievocazione dell'aneddoto che anche se raccontato mille volte ci fa sempre ridere a crepapelle.
Questo post è dedicato ai Magaluffi, che sono riusciti a farmi stare serena per un giorno intero mentre cerco di sopravvivere al periodo lavorativo inumano, ai miei demoni personali e alla tensione mista smania mista terrore che precede un matrimonio.
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